Allora avrei da scriverse su 4 argomenti:
1. Contro contro attacco israeliano.
2. Video ITALIANO su ideologia woke
3. Ritorno al Mondo nuovo
4. Scacchi
Su 1 avrei da dire proprio: mi aspettavo di più, magari questa è solo una finta, forse gli USA hanno rifiutato effettivamente l'aiuto e Tel Aviv pensava comunque di colpire qualcosa con i propri droni, onestamente non saprei dire.... Speriamo comunque che non ci siano nuovi attacchi né da parte israeliana né iraniana...
Su 4 avrei da scrivere un pezzo leggero divertente ma lo rimanderò.
Il video italiano, su cui di solito ho pregiudizi di provincialità, presentava effettivamente un paio di concetti interessanti: ma per scrivere un pezzo per bene dovrei riguardarlo e adesso non ne ho voglia.
Rimane quindi il punto 3. Ho finito di leggere "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley (scritto nel 1931) ma nello stesso volume è presente anche una specie di saggio, intitolato "Ritorno al mondo nuovo" (1959), in cui lo stesso autore mette nero su bianco le sue previsioni per il futuro rispetto anche a cosa aveva scritto nel 1931 e a "1984" di Orwell del 1949.
Della differenza fra le distopie "Il mondo nuovo" e "1984" ho già scritto in Un libro nuovo ma qual è il giudizio di Huxley a un quarto di secolo di distanza dalla sua opera?
Il giudizio di Huxley è negativo: ambientava il "Mondo nuovo" a circa 6-7 secoli dal XX secolo ma già nel 1959 si rese conto che la distopia era molto più vicina.
Tende a liquidare "1984" perché ispirato allo stalinismo (e Stalin, mi pare, morì nel 1953 con conseguente "rilassamento" della dittatura sovietica). Soprattutto per Huxly la repressione è meno efficiente rispetto alla persuasione. Persuasione intesa come manipolazione della popolazione affincé segua ledirettive de potere.
Huxley non aveva compreso che Orwell aveva intuito meglio di lui gli effetti dei progressi tecnologici e, in particolare, le possibilità di una sorveglianza continua.
Nella realtà, secondo me, ci stiamo indirizzando verso una dittatura che ha elementi di entrambe le distopie.
La forza di persuasione dei media è usata per manipolare la maggiornza della popolazione a essere, se non favorevole, almeno acquiesciente verso le decisioni del potere. Contemporaneament si ha anche il potere di sorveglianza dato dalla tecnolagia e dal controllo continuo di quello che viene fatto/sctritto sui nostri calcolatori e telefonini. Accoppiando queste possibilità alle capacita delle intelligenze artificali è facile prevederne il potenziale repressivo.
Scrive Huxley: "Certo in Occidente gli uomini e le donne, singolarmente, godono di una vasta dose di libertà. Ma anche nei paesi a tradizione di governo democratico, la libertà, e persino il desiderio di essa, paiono in declino." (*1)
Colpisce l'accenno al declino del desiderio di libertà. Credo che il mio Catone (l'Anonimo che non perde occasione di criticare molto sonoramente alcuni miei pezzi) abbia ragione: occorre istruire alla libertà, altrimenti essa non è apprezzata e la si inizia a desiderare solo quando è scomparsa. E' il pericolo, molto umano, di dare per scontato ciò che si ha: per esempio la salute o la giovinezza.
"Frattanto forze impersonmali, da noi incontrollabili, paiono spingerci tutti nella direzione dell'incubo del Mondo nuovo: una spinta impersonale che i rappresentanti delle organizzazioni politiche e commerciali consapevolmente accelerano. Esse hanno perfezionato nuove tecniche per manipolare, nell'interesse di una minoranza, i pensieri e i sentimenti delle masse." (*2)
C'è da aggiungere qualcosa?
Secondo Huxley il motivo di questa improvvisa accelerazione verso il controllo e la manipolazione sociale è un effetto indiretto della sovrappopolazione.
Nel 1959 la popolazione mondiale è di circa 2 miliardi ma l'autore la prevede, abbastanza accuratamente, a circa 5 miliardi in poco meno di 50 anni.
L'esplosione della popolazione porta con sé povertà, questo costringe il potere a divenire più autoritario per imporre la pace sociale e, contemporaneamente, l'eccesso di potere accende la brama di sempre maggior potere. Questo è, in breve, per Huxley il circolo vizioso che porterà alla dittatura.
Come sapete io la penso un po' diversamente o, meglio, ragionandoci a oltre 50 anni di distanza ho in mente una prospettiva più ampia...
Il capitolo termina con questa ammonizione: "Ma la libertà, come tutti sappiamo, non fiorisce in un paese che sta sempre sul piede di guerra, o che si prepara a combattere. Una crisi permanente giustifica il controllo su tutto e su tutti, da parte del governo centrale." (*3)
Vero, verissimo: l'abbiamo osservato durante la gestione scellerata della pandemia e, temo, lo vedremo sotto la guida dei guerrafondai della UE che ci hanno avvisato che "dobbiamo prepararci alla guerra" (che tanto loro non combatteranno ma da cui si arricchiranno).
Niente di nuovo poi: per esempio Thomas Paine: "La necessità immediata rende facili molte decisioni che però, se prolungate nel tempo, degenererebbero in oppressione. La convenienza e il diritto sono cose differenti."
Conclusione: credo che questi capitoli finali saranno molto interessanti. Già mi sono appuntato molte potenziali epigrafi!
Nota (*1): tratto da "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley, (E.) Mondadori, 2023, trad. Lorenzo Gigli e Luciano Bianciardi, pag. 252.
Nota (*2): ibidem pag. 254.
Nota (*3): ibidem pag. 261.
20.000 euro
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